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Occhio secco: eziologia e fattori di rischio

Occhio secco: che tipo di disturbo è?

Il disturbo dell’occhio secco (in inglese dry eye disease, DED), è una condizione multifattoriale comune della superficie oculare caratterizzata da disidratazione a carico della congiuntiva e della cornea.

La riduzione quantitativa o l’alterazione qualitativa del film lacrimale che ricopre l’occhio si traducono in insufficienza lacrimale.

I disturbi oculari associati all’occhio secco, quali ad esempio il dolore, il bruciore e l’alterata acuità visiva, possono influenzare la capacità del paziente di svolgere le normali attività quotidiane, come leggere, guardare la televisione, guidare e lavorare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente definito la patologia dell’occhio secco tra le più sottovalutate del mondo moderno. Ne soffre circa il 20-30% della popolazione dopo i cinquant’anni, con un’incidenza quasi doppia nelle donne rispetto agli uomini. Inoltre, l’emergenza legata alla pandemia da Coronavirus-19 ha peggiorato la situazione.

La secchezza oculare ha registrato un rapido aumento soprattutto tra i più giovani, in relazione all’uso eccessivo di cellulari, tablet e computer.

Eziologia

In condizioni normali, la secchezza dell’occhio aperto è compensata da meccanismi omeostatici che regolano le secrezioni e la distribuzione lacrimale.

L’umidità e l’idratazione della superficie oculare sono mantenute dalla presenza di uno strato di film lacrimale. Il film lacrimale è uno strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio. Costituisce l’interfaccia tra l’occhio e l’ambiente esterno.

La presenza di un strato ottimale di film lacrimale è fondamentale per lubrificare il tessuto corneale, rifornirlo costantemente di acqua e ossigeno e consentirci di conseguenza di avere una vista normale.

In alcune circostanze il film lacrimale subisce alterazioni di composizione e funzionali che possono determinare l’insorgenza della DED. Si distinguono forme cliniche associate a ridotta produzione lacrimale (Aqueous Deficient Dry Eye – ADDE) e altre forme cliniche dovute a eccessiva evaporazione lacrimale (Evaporative Dry Eye – EDE).

L’ipolacrimia o ADDE si verifica quando le ghiandole lacrimali non producono in quantità sufficiente la soluzione acquosa necessaria a mantenere l’umidità oculare.

L’occhio si asciuga e ciò può creare problemi sia per il maggior traumatismo causato dal movimento delle palpebre a ogni ammiccamento, sia per l’insufficiente detersione della stessa da detriti e germi.

Aqueous Deficient Dry Eye – ADDE

L’ADDE viene a sua volta suddivisa in due sottoclassi:

  • occhio secco associato alla sindrome di Sjögren. Si tratta di una patologia autoimmune in cui le ghiandole lacrimali e salivari vengono infiltrate da cellule-T che provocano la morte delle cellule acinari e canalicolari con iposecrezione di lacrime e saliva.
  • occhio secco non SS dovuto a una disfunzione lacrimale a cui non sono associate manifestazioni autoimmuni. La forma più comune è l’occhio secco correlato all’età. Altre condizioni associate sono ad esempio la sarcoidosi o l’AIDS in cui la secrezione lacrimale si riduce a causa di un’infiltrazione infiammatoria della ghiandola lacrimale, l’uso di lenti a contatto o diabete.
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Evaporative Dry Eye – EDE

L’insorgenza di dislacrimia o EDE in condizioni di normale funzione secretoria lacrimale è attribuita a cause intrinseche, oppure estrinseche, dovute a qualsiasi disturbo che determini un’aumentata esposizione della superficie oculare.

Tra le cause intrinseche di EDE la più comune è la disfunzione delle ghiandole di Meibomio responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime. Il malfunzionamento di tali ghiandole si traduce in un’insufficiente produzione dello strato oleoso del film lacrimale (mebus) e di conseguenza le lacrime evaporano troppo in fretta.

Altre cause intrinseche di EDE sono rappresentate da disturbi dell’apertura/chiusura palpebrale o dalla riduzione del tasso di ammiccamento, che prolunga il periodo durante il quale la superficie oculare rimane esposta e non viene lubrificata.

Cause estrinseche di EDE sono i disordini della superficie oculare (attribuibili a deficit di vitamina A, uso di anestetici topici e colliri con conservanti), l’uso di lenti a contatto, le congiuntiviti allergiche.

Quali sono i fattori di rischio?

I diversi fattori di rischio associati alla DED includono:

  • fattori personali
  • stili di vita/abitudini
  • fattori ambientali
  • patologie
  • farmaci

I fattori personali riguardano l’età avanzata, il sesso (le donne sembra abbiano maggiori probabilità di soffrire di DED), l’etnia asiatica.

I fattori ambientali comprendono ad esempio condizioni di bassa umidità, ambienti ventosi, aria secca dell’ambiente causata da sistemi di riscaldamento e condizionamento.

Invece fattori correlati ad abitudini o stili di vita prendono in considerazione lunghi periodi di lettura, guida di veicoli o esposizione a schermi digitali (computer, tablet, smartphone).

Le condizioni cliniche che aumentano il rischio di DED includono le malattie sistemiche autoimmuni, altre condizioni patologiche come la carenza di vitamina A, anomalie della tiroide, diabete, rosacea, infezione da epatite C, allergie.

Le condizioni cliniche che aumentano il rischio di DED includono le malattie sistemiche autoimmuni, altre condizioni patologiche come la carenza di vitamina A, anomalie della tiroide, diabete, rosacea, infezione da epatite C, allergie.

Anche l’utilizzo di alcuni farmaci, in particolar modo quelli ad attività anticolinergica, è stato associato all’insorgenza di DED.

Altre possibili cause includono gli interventi di chirurgia oculare (es. cataratta, glaucoma, congiuntiva, procedure oculoplastiche e ricostruzioni estetiche).

Ad esempio, l’intervento di cataratta anche quando è perfettamente riuscito comporta in circa il 30% dei pazienti l’insorgenza della DED. Nella maggior parte dei casi si tratta comunque di una situazione transitoria. Si risolve con l’impiego di sostituti lacrimali per alcuni mesi dopo l’intervento fino al ripristino di una corretta idratazione oculare.

Il ruolo del farmacista

La malattia dell’occhio secco è una patologia dinamica e complessa della superficie oculare. Molteplici sono i fattori di rischio noti ed è particolarmente diffusa nelle donne in età avanzata.

La gestione della malattia lieve consiste di sostituti lacrimali disponibili in farmacia e parafarmacia come prima linea trattamento. Pazienti con sintomi più gravi necessitano una valutazione specialistica del danno oculare. Il farmacista deve quindi opportunamente indirizzare il paziente da un oftalmologo.

Fondamentale è anche fornire ai pazienti il counseling opportuno per comprendere la malattia, rispondere a domande specifiche sulle condizioni che peggiorano i loro sintomi, fornire utili istruzioni sul trattamento e sulla gestione dei fattori di rischio specifici.

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Articolo tratto dalla lezione del corso ECM Professione Farmacia
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