24/10/2025: Mei Team

La pelle è molto più di un semplice rivestimento: rappresenta il più grande organo del corpo umano, con una superficie media di circa due metri quadrati e un peso che può raggiungere i cinque chili.

Costituita da tre strati principali – epidermide, derma e ipoderma – svolge un ruolo complesso che va ben oltre la protezione meccanica.

È infatti responsabile della regolazione della temperatura corporea, delle funzioni immunologiche e metaboliche, ed è dotata di una fitta rete di terminazioni nervose che le conferiscono un ruolo di organo di senso.

Inoltre, è un vero specchio delle emozioni: arrossamenti, sudorazione o secchezza sono segnali immediati dello stato psico-fisico di una persona.

La pigmentazione cutanea è regolata dalla melanina, un complesso di pigmenti sintetizzati dai melanociti, cellule specializzate localizzate nello strato basale dell’epidermide.

La melanina rappresenta un vero e proprio sistema di difesa naturale contro i raggi ultravioletti, poiché assorbe e disperde l’energia solare, limitando i danni al DNA cellulare e contribuendo a prevenire processi degenerativi e tumorali.

Ne esistono due forme principali:

Eumelanina, di colore bruno-nero, con un forte potere protettivo nei confronti delle radiazioni UV.

Feomelanina, di colore rossastro, meno efficace come schermo naturale e più comune nei soggetti con carnagione chiara e capelli rossi o biondi.

La melanogenesi, ovvero il processo di sintesi della melanina, è influenzata da fattori genetici, ormonali e ambientali. L’esposizione solare rappresenta lo stimolo principale, ma anche condizioni fisiologiche particolari – come la gravidanza – o l’uso di alcuni farmaci, ad esempio i contraccettivi orali, possono aumentare la produzione di pigmento. Tuttavia, quando i meccanismi che regolano questo processo risultano alterati, la distribuzione della melanina diventa irregolare e può portare alla comparsa di discromie cutanee, visibili come macchie o aree di colore disomogeneo.

Con il termine discromie si indicano tutte quelle alterazioni, localizzate o diffuse, che modificano l’uniformità del colore naturale della pelle. Si tratta di un fenomeno molto comune, che può avere un impatto non solo estetico, ma anche psicologico, poiché la pelle è il primo elemento visibile della nostra immagine esteriore. Le ipercromie sono caratterizzate da un eccessivo deposito di melanina e si manifestano sotto forma di macchie scure. Le ipocromie o ipomelanosi, al contrario, si manifestano con aree più chiare rispetto al colorito circostante, dovute a una riduzione o assenza del pigmento.

Le cause possono essere molteplici: fattori genetici (come nei, efelidi e lentiggini), esposizione prolungata o non protetta ai raggi solari, variazioni ormonali legate a gravidanza o terapie ormonali (melasma e cloasma gravidico), fino all’invecchiamento cutaneo, che porta alla formazione delle tipiche macchie senili. In alcuni casi, l’iperpigmentazione può insorgere anche dopo processi infiammatori o traumi cutanei, lasciando antiestetiche macchie post-infiammatorie.

Un esempio particolarmente significativo di ipercromia è rappresentato dal melasma, che si manifesta con chiazze brune di diversa intensità, localizzate soprattutto sul volto. La gestione delle discromie richiede un approccio rigoroso basato sulla fotoprotezione costante, con l’utilizzo di filtri solari ad ampio spettro, barriere fisiche come cappelli e indumenti, e in alcuni casi l’associazione di principi attivi depigmentanti o trattamenti dermatologici mirati.

Le discromie, quindi, non sono tutte uguali: riconoscerne la tipologia e comprenderne le cause rappresenta il primo passo per intraprendere un percorso di prevenzione e trattamento efficace.

La prima strategia per contrastare le discromie è senza dubbio la prevenzione. Le alterazioni del colore della pelle, infatti, sono spesso il risultato di un’esposizione cronica e non adeguatamente protetta ai raggi ultravioletti.

Per questo motivo è fondamentale adottare un approccio preventivo costante, che non si limiti solo ai mesi estivi o alle giornate di mare, ma che diventi una vera e propria abitudine quotidiana durante tutto l’anno.

Il trattamento delle iperpigmentazioni può prevedere diverse modalità d’azione che agiscono a livello dei meccanismi fisiologici della pelle. L’uso regolare di una crema solare ad ampio spettro, con un SPF adeguato al proprio fototipo, riduce in modo significativo il rischio di insorgenza di iperpigmentazioni e macchie senili.

È importante ricordare che anche nei mesi invernali, o in giornate nuvolose, i raggi UV possono penetrare e danneggiare la pelle, accelerando i processi di invecchiamento cutaneo e stimolando la produzione di melanina.

Una routine di protezione solare ben strutturata, associata a uno stile di vita equilibrato, rappresenta quindi il primo e più efficace passo per preservare una pelle uniforme, sana e luminosa, riducendo al minimo il rischio di comparsa di discromie e imperfezioni.

Il trattamento delle iperpigmentazioni può prevedere diverse modalità d’azione che agiscono a livello dei meccanismi fisiologici della pelle.

Tra queste rientrano l’inibizione della tirosinasi, enzima chiave della melanogenesi, la riduzione del trasferimento della melanina dai melanociti ai cheratinociti, l’azione antiossidante, fondamentale per limitare lo stress ossidativo che favorisce la produzione di pigmento, e l’effetto esfoliante, utile per stimolare il ricambio cellulare ed eliminare le cellule contenenti melanina superficiale.

In dermocosmesi vengono impiegati sia principi attivi di sintesi sia sostanze di origine naturale, spesso ricavate da piante, oli vegetali, funghi o frutti ricchi di vitamine, polifenoli e acidi organici.

Questi ingredienti, utilizzati singolarmente o in associazione, sono in grado di esercitare effetti depigmentanti, schiarenti e protettivi, contribuendo a migliorare l’uniformità del colorito e a prevenire la comparsa di nuove discromie.

L’approccio cosmetico e fitoterapico, dunque, non si limita alla correzione dell’inestetismo, ma mira a supportare la pelle nel suo equilibrio fisiologico, contrastando i fattori che favoriscono la pigmentazione irregolare.

Le discromie cutanee rappresentano un problema comune e spesso vissuto come inestetismo, ma hanno origini multifattoriali che richiedono un approccio globale.

La fotoprotezione costante, associata all’uso di sostanze naturali o di sintesi con azione depigmentante, costituisce la strategia più efficace per prevenirle e trattarle.

Il farmacista, grazie alla conoscenza dei meccanismi fisiologici e dei rimedi disponibili, può svolgere un ruolo chiave nell’orientare il paziente verso soluzioni sicure ed efficaci.


I contenuti di questo articolo sono tratti dalla lezione “Discromie cutanee”, del Dr. Danilo Carloni che fa parte del Percorso Formativo ECM Professione Farmacia, pubblicato da Medical Evidence. I materiali originali restano di proprietà degli autori e sono qui utilizzati con finalità divulgative.

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